Apocalissi culturali: tavola n. 6 |
da "La fine del mondo" di Ernesto De Martino |
INTERSEZIONI:
Marshall
McLuhan, Gli strumenti del comunicare
“L’uomo alfabeta, che ha accettato una tecnologia
analitica di frammentazione, non è certo vicino ai modelli cosmici come l’uomo
tribale. Al cosmo preferisce la separazione e la divisione degli spazi in
compartimenti. E’ sempre meno disposto a considerare il proprio corpo un
modello dell’universo o a vedere nella propria casa – o in qualunque altro
medium di comunicazione – un’estensione rituale del suo corpo. Una volta
adottata la dinamica visiva dell’alfabeto fonetico, gli uomini incominciano a
perdere l’ossessione dell’uomo tribale
per l’ordine cosmico e il rituale sempre presente negli organi fisici
come nelle loro estensioni sociali. Ma l’indifferenza per il cosmico favorisce
un’intensa concentrazione su piccoli segmenti e su compiti specialistici che è
la forza ineguagliata dell’uomo occidentale. Lo specialista infatti è colui che
non fa mai piccoli sbagli mentre avanza verso un grande errore.”
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