giovedì 15 gennaio 2015

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Apocalissi culturali: tavola n. 4













da "La fine del mondo" di Ernesto De Martino

INTERSEZIONI:
Arthur Schnitzler. “IO”

“Nel pomeriggio non riuscì a dormire. Giaceva sul divano nella sala da pranzo, non c’era nessuno con lui. Prese il suo taccuino. Era di sicuro il suo taccuino, non certo il portafoglio o il portasigari, e scrisse su un foglietto “Credenza”, su un altro “Armadio”, su un altro “Letto”, su un altro “Poltrona”. Quest’ultima parola dovette scriverla diverse volte. Poi fissò i foglietti alla credenza, all’armadio, entrò di soppiatto nella camera da letto dove la moglie stava facendo il pisolino pomeridiano, e con uno spillo fissò il foglietto con la parola “Letto”. Egli uscì prima che la moglie si svegliasse. Andò poi al caffè e lesse i giornali, anzi tentò solo di farlo. Tutta quella carta stampata che aveva davanti gli sembrò sconcertante e al contempo tranquillizzante. Qui c’erano nomi, indicazioni che non potevano destare alcun dubbio. Ma le cose a cui quei nomi si riferivano erano lontane.” 

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