Apocalissi culturali: tavola n. 19 |
da "La fine del mondo" di Ernesto De Martino |
INTERSEZIONI:
Maria
Zambrano. Il sogno creatore
“Sognare è già svegliarsi. E per questo esiste un sognare
che sveglia la realtà ancora addormentata ai confini della veglia: in quel
territorio dove la coscienza non si avventura; lo spazio extracosciente, alla
cui frontiera l’attenzione accorre senza farsi notare, con esasperata cautela;
frontiere di sicurezza che l’”io” sancisce dall’alto della propria sovranità.
Giacché il modo dell’uomo di vivere, il suo essere nella vita – questo che
conosciamo e che ci si impone – sembra riprodurre la situazione, le leggi e le
consuetudini di una roccaforte cinta d’assedio: al centro, un sovrano tanto
implacabile quanto vulnerabile, secondo tale parallelismo. Emissari subordinati
e il più delle volte clandestini trasmettono ordini in direzione delle mura
poste a difesa di ciò che si chiama la persona, l’”essere”, inteso come presa
di possesso della realtà, innanzitutto di uno spazio e di un tempo. E da questa
muraglia che cinge uno spazio e un tempo
resi omogenei, l’attenzione, la più costante dei subordinati, guarda
l’orizzonte, trasformandolo in frontiera.”
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